Layla (“Cima della montagna”) per lunghi mesi non vede il suo papà perché rimane via da casa in viaggio, lontano dalla sua famiglia e dalla sua bambina. Lei si trova spesso a immaginare quei luoghi e un giorno gli chiede di poterlo accompagnare in uno dei suoi viaggi nel regno delle nevi. Nessuna comodità, niente soste e tanta stanchezza gli spiega il padre per chiarirle la difficoltà che il viaggio presenterà. Si deve camminare a piedi per tutto il lungo tragitto e bisogna dormire in una tenda su una stuoia sottile, bere la neve e mangiare gallette e cibo secco tra gli yak e i suoni paurosi della notte. Assieme lui inizia così la grande avventura… “Layla, nel regno delle nevi o si sale del tutto, oppure non si comincia nemmeno, e si rimane giù” le sussurra il papà mentre la prende in braccio stanca per percorrere pendii fra neve, ghiaccio e profondi burroni. Alla fine, più in alto di tutti boschi e degli animali incontrati fino a quel momento appaiono piccole casette fatte di pietre, con i tetti in legno e tante ghirlande colorate appese tra l’una e l’altra. Come è possibile che qualcuno viva a quelle altitudini, dove ogni altra forma di vita è pressoché inesistente? Da lì tutto appare distante al di sotto di quelle vette, mentre al di sopra esistono soltanto i cinque tesori della neve, le dice suo papà: oblio, mistero, azione e conoscenza. E poi il quinto, il sole, che sovrasta tutto. Tra la neve, le nuvole e lunghe nevicate che obbligano tutti a rimanere al chiuso della tenda, il papà passa le proprie giornate a fissare incantato la vetta mentre portatori e cuochi lavorano per preparare tutto. Layla trascorre il tempo a giocare leggera tra gli uccelli e le orme del leopardo delle nevi. Poi il giorno tanto atteso finalmente arriva, Layla vede suo papà partire con i portatori alla volta di quella montagna stagliata nel cielo sereno. “Qui, nel regno del re delle nevi, non si fanno più domande; perché, quando scendiamo, pretendiamo mille risposte? Da cosa dipende?” la saluta il papà allontanandosi nella neve…
In forma di fiaba semplice e piena di fascino Reinhold Messner, leggendaria figura dell’alpinismo mondiale (il suo primo 3mila lo conquista a 5 anni con il padre ed è il primo che conquisterà i quattordici 8mila senza ausilio tecnico), racconta la propria esperienza vissuta nel 1982 proprio con una delle sue figlie fino a oltre 5000 metri. Si rivolge ai piccoli per spiegare loro cosa sin da bambino lo ha mosso alle sue straordinarie sfide: l’amore per le alte montagne, la ricerca della bellezza, la scoperta del silenzio e della solitudine. “Volevo trasmettere ai giovanissimi i valori testimoniati da popolazioni che vivono in luoghi considerati ‘impossibili’ e privi di tutte le comodità oggi insistentemente ricercate”. Messner è molto attivo in campo ecologico per la tutela dell’ambiente e oltre ai sei musei dedicati alla montagna e alla sua cultura ha istituito la fondazione MMF per aiutare i popoli della montagna. A illustrare questa fiaba dedicata alla natura e pubblicata con il patrocinio del CAI - Club Alpino Italiano, è stata chiamata la penna del disegnatore trentino Davide Panizza. Sono ideali importanti e diversi quelli racchiusi nella storia di questo libro, valori che avvicinino a un mondo diverso, improntato su principi ecologici e di rispetto per la natura e per tutti i popoli che la abitano: “la rinuncia, non il consumo, è la chiave della felicità”.