Ascolta Lucio Battisti, gioca a bridge e scrive. Forse è da queste passioni che Renato de Rosa ha tratto ispirazione per scrivere un suo manuale un po’ surreale un po’ geniale in cui compie l'impresa di parodiare ben 32 scrittori italiani celebri. Ama l'ironia, la satira, è un uomo da sempre curioso di tutto. Lo abbiamo incontrato in occasione di una sua presentazione – surreale pure questa - e ci ha raccontato tutto del suo approccio, dei suoi gusti e di... polli.
Perché proprio il pollo?
L’idea del pollo nasce da un tormentone di qualche anno fa sulla domanda fatidica… Perché il pollo ha deciso di attraversare la strada? Ai tempi diventò un gioco in cui si davano risposte legate a grandi personaggi famosi. Io ho deciso di scrivere questo libro.
C’è stato uno spunto particolare che ti ha portato a cimentarti in queste parodie?
Diciamo che lo spunto può essermi venuto perché oggi gli scrittori devono essere riconosciuti per forza. L’autore non è libero, ma prigioniero delle case editrici. Il lettore vuole sempre quello stile da quello scrittore e lui deve accontentarlo. In Italia poi c’è la tendenza pessima di dividere la cultura di serie A da quella di serie B e la letteratura umoristica fa parte del secondo gruppo. Credo sia sbagliato, uno scrittore va considerato per quello che è. Scherzando si dicono cose importanti. Il riso è più intelligente del pianto. Si comunica meglio e io con la mia scrittura preferisco far sorridere.
Perché proprio la scelta di questi trentadue nomi… semplice gusto personale?
Beh, ho scelto i più noti, i più famosi, i più parodiati. Ne ho inseriti alcuni come Salgari, Manzoni o De Amicis perché sono più conosciuti. Ci sono, però, alcuni che apprezzo molto come, tra gli altri,
Prima di salutarci sono curiosa di sapere che consiglio dai tu al pollo. La deve attraversare questa strada o è meglio che resti sul marciapiede?
Ah, domanda da un milione di dollari. Non ho una risposta precisa. Credo che sarebbe meglio vivere come si crede, ognuno fa le cose che reputa migliori per se stesso. In questo caso mi sento di citare Troisi quando alla domanda “Meglio un giorno da leone o cento da pecora?” rispondeva “Facciamo cinquanta da orsacchiotto”.
I libri di Renato de Rosa