Forse non ce ne siamo accorti, ma nel volgere di una generazione tutto è cambiato: la scuola da selettiva si è fatta inclusiva, la famiglia ha assunto forme inimmaginate e variopinte (al punto che oggi, per caratterizzare quella costituita da un uomo e una donna con figli, occorre specificare “tradizionale”), le onnipresenti connessioni hanno trasformato in virtuali molte delle nostre relazioni e i nati di oggi (o meglio, quelli degli ultimi quindici anni) sono… digitali. In realtà ce ne siamo accorti eccome; ma ciò non ci ha aiutato a capire meglio questi stravolgimenti, soprattutto riguardo alla cosa più incomprensibile di tutte: l’adolescenza, che oggi - oltre ad essere il solito mistero - è anche una preoccupazione, per l’ambiguità e la potenziale pericolosità dei rapporti e dei mezzi di comunicazione informatici. Per educare i propri figli ci vuole la giusta miscela di controllo e di fiducia, si dice, e non v’è dubbio che sia così. Ma è davvero tanto facile a farsi quanto a dirsi?
Matteo Lancini - psicologo e psicoterapeuta, docente dell’Università di Milano Bicocca - forte dell’esperienza maturata a contatto con i giovani e con le famiglie, cerca di far chiarezza in un ambito intrinsecamente oscuro, quello di un’età - l’adolescenza, appunto - dove le cose non sono chiare nemmeno a chi le vive. E dove alla confusione si aggiunge quella dei media, che oscillano schizofrenicamente da descrizioni dei nativi digitali come di individui precoci dall’apprendimento sorprendentemente rapido a immagini delle nuove generazioni come immature in blocco. Nell’ottica di fornire ai genitori preoccupati delle chiavi per decifrare i fenomeni e dei suggerimenti per partecipare alla vita dei propri figli senza invadenza e, soprattutto, senza acritici giudizi a priori. Dal ritiro sociale alla sovraesposizione virtuale, dal trattamento delle dipendenze da internet all’esigenza di autorevolezza, un libro che può essere di grande aiuto. Tanto ai padri quanto ai figli.