Martin è il bambino della pianura. Suo padre, il falegname John, decide di lasciare la casa vicino al mare a Southampton, in Inghilterra, per andare a vivere in un paese lontano migliaia di miglia, e lì stabilirsi in una casa, mettere su un orto e un frutteto e, sì, riattivare il suo adorato laboratorio di falegnameria. Il padre in laboratorio e la madre in casa, Martin comincia le sue esplorazioni in giro. Un giorno torna dai genitori con un serpente arrotolato in grembo. La madre caccia uno strillo, il padre lo riprende, ma per Martin quel serpente era un amico. I suoi viaggi fuori casa diventano sempre più lunghi, immersi nella grande pianura, a cercare gli echi tra i giunchi del lago, tra uccelli e fiori selvatici. Poi, un giorno, Martin si smarrisce, si allontana da casa così tanto da dimenticarla. Il paesaggio muta, e mutano gli incontri: il Miraggio che lo ossessiona, il vecchio Jacob pastore in una casupola sgangherata, il popolo del Miraggio e i selvaggi con le loro pelli d’animale. Martin conosce il buio della foresta e il colore all’orizzonte del profilo delle montagne. Cammina, lui animale selvatico, cammina per raggiungere le montagne. Quando ha sonno, cerca un posto con l’erba soffice a fargli da letto e si addormenta…