“Niente dura per sempre. La sicurezza è un’illusione”. Un aforisma filosofico-romantico? Assolutamente no. È l’incipit del nuovo romanzo di Wulf Dorn, lo scrittore tedesco che in pochi anni – soprattutto con il best seller La psichiatra – si è imposto sulla scena mondiale come maestro indiscusso dello psicothriller. Niente scene horror, niente splatter, ma terrore puro condensato tutto nella mente dell’uomo e declinato attraverso le sue paure più profonde. Così è stato anche nei romanzi precedenti, ma in questo Incubo Dorn tocca un tasto doloroso scegliendo come protagonista una paura subdola che si è insinuata in ciascuno di noi almeno una volta. È la paura del cambiamento, accompagnata dalla paralizzante paura di aver paura. Continua, quindi, con tutta probabilità, ad essere fondamentale per la scrittura di Dorn l’esperienza lavorativa negli ospedali psichiatrici, come anche l’interesse giovanile per l’horror, di cui lo psicothriller sembra essere una matura evoluzione. Senza svelare troppo, va detto che è emblematico il fatto che, nonostante la presenza di altri personaggi (alcuni già noti ai fan di Dorn che – come ci ha raccontato in una simpatica intervista – ha capito che ai lettori piace questa continuità tra le storie e l’ha mantenuta con un sottile ma visibile filo rosso), il protagonista Simon occupa prepotentemente la narrazione in ogni risvolto della trama. Così è stato fin dalla genesi del romanzo, partito per essere un giallo diversamente strutturato; poi Simon – dice ancora l’autore – ha cominciato ad avere vita propria e ha voluto raccontare la sua storia in altro modo. E a lui ci si affeziona perché finisce per suscitare la tenerezza del lettore che forse riconosce in lui qualche fragilità che gli appartiene, senza essere ovviamente patologica come accade a Simon. La scrittura di Dorn è scorrevole, agilissima, particolarmente adatta ad un traduzione cinematografica, cosa che è avvenuta per romanzi precedenti e potrebbe sicuramente accadere anche per questo. Consigliato a chi ama rilassarsi con un buon thriller, dal quale non si aspetta tanto l’azione quanto l’affascinante avventura nei meandri dell’anima e della mente dell’uomo.