Estate romagnola del 1989. Gli adolescenti trascorrono le vacanze che segnano il passaggio alla scuola superiore, fingendosi quasi adulti: divisi in bande per età o per classe sociale, ogni banda ha il suo ritrovo in qualche bar o alle panchine del parco. Quello di Bert e del suo gruppo di amici è alla Casa del Popolo, l’unica con i biliardi. L’appuntamento è al parco per una sfida epocale. La riunione è interrotta dall’intervento di Nicotina, il capo dei vigili urbani: tutto il paese è mobilitato per la ricerca dell’albanese colpevole di aver sparato alla moglie del fornaio e nessuno vuole altre rogne. Ma la sfida è solo rimandata: sabato al campo di mais. Il piano non è chiaro e l’organizzazione non è precisa ma ciascuno cerca di fare del suo meglio. Bert ha quattordici anni ed è lì per Matilda. Sono entrambi gli ultimi due nati nell’ospedale del paese: il 22 e il 23 dicembre, due culle vicine. Quasi un destino segnato. E allora perché c’è Billy accanto a lei e non lui? La missione chiama: deve correre. Di certo non si aspetta di trovarsi, in una campagna desolata, davanti al ricercato, mentre la polizia è da tutt’altra parte. La paura lo immobilizza e, scomparso l’albanese, non gli resta che tornare a casa. Senza sapere che fare, con la testa piena zeppa di pensieri, interrotti da una brusca caduta e dagli occhi di Matilda, mai stati così vicini. I benedetti “tre secondi” sarebbero diventati un “no” secco se non avesse fatto qualcosa…
Bert è alle prese con quella fase della vita nella quale si abbandonano i panni da ragazzini e si sperimenta a piccole dosi la vita che sarà da adulti: il protagonista, come tutti i suoi compagni di avventura, cerca come può di sbrogliare la matassa della sua identità ancora inespressa. Carlo Bertocchi, romagnolo alla sua prima prova di scrittore, scrive, con un linguaggio vivace e scorrevole (nel quale i dialoghi sono l’elemento vincente) della sua generazione, impastata di libri di King, di Ammaniti, di romanzi come I ragazzi della via Pal e Il giovane Holden o di film come Stand by me – ricordo di un’estate. Riferimenti, magistralmente tessuti da una trama solida e ben costruita, che non sfuggono ad un lettore della Generazione X. C’è la Romagna ideologicamente (e fortemente) connotata. Ci sono i capelli a spina, la forza del gruppo, le scorribande in motorino, i Goonies e tutto (ma proprio tutto) l’immaginario collettivo che è appartenuto alla “generazione della transizione”. E poi ci sono i sentimenti e le emozioni senza tempo, quelle che appartengono a tutti gli adolescenti del mondo e che riportano gli adulti di oggi al primo indimenticabile bacio e a quella sensazione di invincibilità che il tempo ha cancellato. Tra il sentimento di nostalgia ed uno stile originale, ironico e frizzante, Mezza luce mezzo buio, quasi adulti conquista e coinvolge diverse generazioni. Da non perdere.